Quante volte si sente dire che i momenti di crisi possono essere occasioni di rinnovamento e crescita?
Tantissime volte, e al di là della retorica per le imprese può essere davvero così ma non è semplice.
Dopo due anni di pandemia, la guerra in Ucraina, l’inflazione, il rincaro energia, gli imprenditori si trovano a gestire fragilità umane senza averne gli strumenti.
Le persone hanno preso consapevolezza del valore della propria vita, del tempo libero e quello sottratto ai propri affetti.
La pandemia ha insegnato che tutto può cambiare in un giorno e diventa complesso fare programmi a lungo termine.
Lo stesso vale per gli imprenditori.
Due punti di vista da sempre diversi e in generale, contrapposti, oggi si trovano a vivere fragilità simili: paure, ansie, preoccupazioni, stress, perdita di senso e visione nel futuro.
È avvenuta una frattura: un prima e un dopo che ha cambiato le regole del gioco accelerando processi già in atto ma che nella routine quotidiana passavano in sordina.
La gerarchia ha perso la sua valenza, lasciando spazio all’esigenza di essere sempre più flessibili di fronte a scenari in continuo stravolgimento.
La gerarchia si allenta e questo significa che ci deve inevitabilmente essere un avvicinamento tra i vari livelli gerarchici.
Un avvicinamento prima di tutto umano, fatto del “prendersi cura”.
Oggi, infatti, le imprese non possono pensare di prosperare senza i propri collaboratori e lo vediamo tutti i giorni nella disperazione dei HR Manager e degli imprenditori che farebbero di tutto per trattenere persone che, deluse, lasciano il lavoro alla ricerca di un ambiente che sia in grado di accendere motivazione ed entusiasmo perduti.
In tutto questo si nascondono tante opportunità: l’opportunità di scoprire un nuovo modo di esercitare il ruolo imprenditoriale, un nuovo modo di vivere le relazioni senza darle per scontate, un modo per crescere insieme e ritornare alle fondamenta.
Dopo anni di slogan anglosassoni (vision, mission, team coaching, team building, reverse management, lean, ecc…) che poco hanno generato, occorre rimettere i piedi per terra e costruire a partire dai valori, dalla cultura organizzativa che è fatta di parole.
Quali sono le parole che vengono usate con maggiore frequenza nella tua azienda?
Quelle parole sono importanti e nascondono mondi, vissuti, stati d’animo che se bene interpretati possono rendere la tua azienda unica, aiutarti a farti comprendere dai tuoi collaboratori e a coinvolgerli su progetti importanti.
Dare una svolta alla tua impresa è possibile e queste fratture, aprono spazi di opportunità, di respiro dove l’essere insieme, nel rispetto delle reciproche diversità e talenti, può fare la differenza.
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