Articolo di Sonia Vincenzi

Crescere nei momenti di crisi è possibile ma non per tutti. 

La pandemia ha impattato in modo irreversibile su tutti gli aspetti e le funzioni organizzative, lasciando profonde fratture a livello umano con ripercussioni sul versante economico-finanziario delle aziende. 

Assistiamo infatti a licenziamenti con difficoltà a reperire risorse su un mercato in continuo movimento, persone demotivate e disorientate in un momento dove la risorsa umana è fondamentale per sviluppare le imprese.

Gli ultimi due anni, hanno messo in luce il lato debole delle aziende: la scarsa preparazione degli imprenditori a prendersi cura dei propri collaboratori e questo oggi è diventato un grande problema.

Un problema trasversale, che colpisce a prescindere dal settore e dalle dimensioni aziendali.

Serve dunque ripartire, mettendo in discussione tutto quello che è stato fatto sino ad oggi, cambiando molte idee sulla gestione del personale e anche un drastico cambiamento di abitudini… il “si è sempre fatto così”.

Ecco perché continuare a parlare di cambiamento non servirà a nulla.

Ho sentito imprenditori affermare “qui bisogna cambiare, voglio cambiare, il si è sempre fatto così è una frase che non voglio sentire” ed essere poi i primi a non mettersi mai in discussione, a non voler cambiare idea e soprattutto a non essere disposti a fare nulla in più o di diverso da quello che sono sempre stati abituati a fare, nascondendosi dietro l’affermazione “io sono una persona coerente”.

La coerenza è importante ma non significa andare a sbattere contro un muro!

Essere coerenti non esclude l’essere flessibili e comprendere che le situazioni sono cambiate e quindi si deve cambiare gioco e lo si deve fare in fretta.

Da anni si parla di cambiamento e poco o nulla è cambiato perché cambiare è estremamente difficile.

Serve prendere consapevolezza dell’urgenza, essere persone responsabili che decidono di volersi salvare.

Non esiste in questa situazione un cambiamento graduale, esiste un cambiamento sostenibile ma radicale, ovvero un cambiamento consapevole che deve esistere una linea netta tra un prima e un dopo.

Le gerarchie perdono il loro senso e le persone hanno bisogno di chiarezza, autonomia e vicinanza. 

L’imprenditore deve parlare con i suoi collaboratori.

Non esiste che lo faccia qualcun altro al posto suo.

Se non lo sa fare dovrà impararlo perché la qualità delle relazioni e la fiducia, definiscono insieme ai valori, il senso di appartenenza all’azienda.

Se le persone non si sentono parte dell’azienda il rischio è che, in questa situazione particolare, si vendano al miglior offerente in quando nulla le lega all’azienda se non il lato economico.

Ecco allora che gli imprenditori hanno un grande compito che è quello di restituire senso e dignità al lavoro e alle singole mansioni. Diversamente sarà difficile affrontare i cambiamenti che ci attendono dietro l’angolo e soprattutto fare fatturati.