Quando dico che il problema non è trovare persone ma rendere l’ambiente di lavoro il posto più sicuro dove stare, intendo che ogni imprenditore dovrebbe pensare come restituire dignità al lavoro dei propri collaboratori.
Ieri ho incontrato una donna, un’imprenditrice in un settore prettamente maschile come quello degli autotrasporti. Tutti sanno che trovare questa figura professionale è molto difficile.
Nessuno vuole fare il “camionista” perché nell’immaginario collettivo è un lavoro duro, faticoso, che non richiede grandi conoscenze, un lavoro che si sceglie solo quando non si trova altro, un lavoro che non ha un valore, un prestigio, una dignità ma non è così.
E lo ha capito molto bene Emanuela Carpella, Amministratore Delegato della Autotrasporti Carpella Battista S.r.l, quando ha preso in mano la direzione dell’azienda di famiglia.
Con la sua sensibilità, la sua apertura all’ascolto ha compreso molto bene che, come imprenditrice, doveva restituire una dignità ad una figura professionale che è spesso vittima di pregiudizi e di cui non si coglie il valore fondamentale per la vita delle persone.
Pensateci bene, gli autisti sono quelli che assicurano che in ogni nostra casa arrivi il cibo, l’acqua e ogni altra cosa che fa parte del nostro vivere quotidiano.
Gli autisti sono quelli che accompagnano i nostri figli a scuola, in gita o in vacanza.
Gli autisti sono quelli che permettono di fornire materie prime alle aziende che producono beni e servizi di cui usufruiamo ogni giorno.
Il ruolo degli autisti è fondamentale per l’economia italiana, visto che l’80% della movimentazione delle merci avviene su gomma
Detto questo la differenza tra farlo bene e con consapevolezza oppure no è fondamentale per la comunità.
Da queste riflessioni e per essere un’azienda diversa e capace di fidelizzare i propri collaboratori, nasce il progetto Ethical Transport Approach, un progetto che vuole restituire dignità alla figura professionale dell’autista, rendendolo un vero professionista.
Su quali aspetti ha lavorato Emanuela per realizzare questo nella sua azienda?
Prima di tutto sull’ambiente di lavoro, rendendolo adeguato sia per quanto riguarda il trattamento personale, stabilendo una relazione umana con i collaboratori mediante uno stile di leadership non impositivo, non dispotico, non improntato sul comando e la forza ma uno stile di leadership focalizzato sul dialogo, sul rispetto, sulla volontà di comprendere le esigenze e le criticità di chi lavora in prima linea ogni giorno sulle strade. Poi a livello aziendale garantendo retribuzioni adeguate, formando le persone dal punto di vista tecnico ma anche “psicologico”.
Oggi Emanuela Carpella si fa ambasciatrice di questo approccio etico con il desiderio di estendere e far adottare questo “codice etico” in tutta Italia come risposta concreta al bisogno di rendere attrattiva questa opportunità occupazionale per le nuove generazioni, a fronte di una mancanza di organico che rischia di mettere in ginocchio molte aziende del settore (..e non solo …).
Il decalogo del progetto, Ethical Transport Approach, richiede un cambiamento di cultura e di leadership degli imprenditori del settore e si basa su 10 principi:
- Le persone al centro
- Inclusione e accoglienza
- Coinvolgimento dei dipendenti
- Attenzione per il dipendente, per la salute e il benessere mentale
- Area relax
- Formazione e training specifico
- Risorsa, controllo e manutenzione mezzi
- Fornitura di strumenti adeguati
- Basta con il cliché negativo sul camionista
- Retribuzione adeguata garantita.
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