Tutti vorremmo collaboratori super performanti; è normale.
Ciò che è meno normale è pretendere questo, preoccupandoci di tutto tranne dei nostri collaboratori.
Che ci piaccia oppure no, nelle aziende, generalmente, le persone sono considerate un costo e basta.
È più facile spendere soldi per l’acquisto di un software, un macchinario, il rifacimento del capannone, l’ammodernamento dell’ufficio, la pubblicazione di un articolo sul giornale ma pochi o sporadici sono gli investimenti che vengono fatti sulle persone per farle crescere e stare bene in azienda.
Diciamo che le imprese si portano tutt’oggi dietro una cultura scarsamente orientata alle persone.
Tanto si è parlato e si continua a parlare, di risorse umane e di capitale umano ma a conti fatti siamo fermi agli anni 70/80 nei metodi di gestione.
Il problema si fa più stringente ora, dopo due anni di pandemia e una crisi energetica (e non solo) alle porte.
Ora serve essere uniti perché da soli non si vince.
Ora servono competenze ed alte performance ma se non le abbiamo costruite prima, c’è bisogno di cominciare e velocemente un lavoro con i collaboratori per creare quell’ordito di fiducia reciproca, di collaborazione e condivisione dei risultati che manca per vincere le sfide impossibili.
È banale dire che la serenità e il benessere dei collaboratori hanno un impatto importante sui risultati perché lo vediamo ogni giorno.
Il benessere organizzativo non è una tecnica, non è un metodo, non è una soluzione magica ma il risultato di una strategia aziendale che mette in atto soluzioni rivolte a garantire la serenità, la salute, la collaborazione e gli stipendi di tutti.
Non è che dobbiamo fare lo yoga della risata, promuovere il pensiero positivo, chiamare un guru, né giocare con i telefoni simulando formazione vecchia veicolata su strumenti moderni. Si tratta di trovare la propria soluzione!
Mi dispiace ma non ci sono scorciatoie!
Quello che si è fatto sinora ha portato a questo risultato, non proprio brillante.
Chi è disposto a rivoluzionare il proprio modo di pensare, agire ed essere leader all’interno di un’organizzazione?
Le persone di coraggio avranno la possibilità di cogliere le opportunità nascoste nelle attuali difficoltà; per gli altri ci saranno tempi bui.
Gli schemi, i metodi e gli strumenti utilizzati sino ad ora non possono più essere applicati perché richiedevano una stabilità e una prevedibilità che non esiste più.
Il futuro è un foglio bianco da riscrivere per chi avrà il coraggio di farlo.
Un vero e proprio salto nel buio.
Sicuramente oggi ci sono degli orientamenti che non possiamo non considerare.
I giovani hanno una concezione del lavoro e dell’impatto che questo ha sulla propria vita, completamente diverso dalla mia generazione. Non è né un bene né un male ma è fondamentale tenere in considerazione le diversità, che, se ben gestite, possono fare la differenza e ora c’è bisogno di fare la differenza.
In tempi così complessi e duri, c’è bisogno di pensare e fare qualcosa di diverso.
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