Articolo di Sonia Vincenzi

Negli ultimi anni si sente parlare molto del concetto di Diversity & Inclusion nei luoghi di lavoro. Ma cosa si intende esattamente e quali sono i vantaggi?

Partiamo dal chiarire il concetto di Diversity Management, che non è altro che una modalità di gestione del capitale umano volta a valorizzare le differenze, creando un ambiente di lavoro inclusivo in cui ciascuna persona si senta libera di esprimere il proprio potenziale.

Ci sono imprese che oggi puntano sul valore delle differenze per il loro modello di business e l’effetto della Diveristy & Inclusion dei lavoratori sulle performance aziendali è misurabile. 

Recenti ricerche hanno dimostrato che contribuisce ad aumentare l’innovazione del 20% e l’individuazione dei rischi del 30%.

Combinare diversità e inclusione è un’equazione vincente.

Oggi sappiamo che l’inclusione delle diversità produce valore economico tangibile e quindi crea valore e fa crescere l’engagement delle persone nelle organizzazioni.

Occorre pertanto identificare gli ostacoli che impediscono alle imprese di essere inclusive.

Non sempre siamo consapevoli del lavoro che va fatto sul piano culturale per rimuovere gli ostacoli che impediscono la creazione di una cultura inclusiva.

Quando si parla di inclusione, sorge spontanea una domanda: inclusione di chi?

Trattare questo argomento per categorie non è il modo ottimale per approcciarlo. Il rischio è di cadere nella banalità della diversità di genere, etnia, età, orientamento sessuale e religioso quando invece il concetto è veramente molto più esteso e complesso. In sostanza è bene intendere l’inclusione nei confronti di chi esprime un talento e un potenziale.

Ogni persona è unica e pertanto diversa da tutte le altre ed è proprio questa la diversità su cui occorre lavorare.

Esistono molti stereotipi e pregiudizi che portano le imprese a promuovere e valorizzare persone che sono alla fine molto conformi e rappresentative di un modello di leadership chiuso e sicuramente poco inclusivo. 

Le nuove generazioni sono più aperte nel creare ambienti inclusivi proprio perché credono nel valore della diversità di pensiero e quindi entrano nel mondo del lavoro, in qualche modo, dando per scontata la capacità dei datori di lavoro di valorizzare le persone ed è proprio qui che, in genere, avviene una rottura che porta spesso i giovani a lasciare un posto di lavoro per cercarne un altro, innescando un loop infinito dal quale non è facile uscire.

Personalmente, penso che la cultura della Diversity & Inclusion debba essere estesa anche alle imprese di medie dimensioni partendo proprio dalla fase di selezione che deve valorizzare la persona più che l’esperienza. Ed in questo, gli imprenditori vanno aiutati.

Agli imprenditori servono conoscenze, competenze e strumenti per attivare politiche di Diversity & Inclusion, se vogliono veramente fare la differenza.