Articolo di Sonia Vincenzi
La digitalizzazione sta portando notevoli cambiamenti in tutti i settori e impone un ripensamento su come strutturare la propria organizzazione.
Serve semplificare e automatizzare l’operatività e di conseguenza ridisegnare i processi aziendali.
È una trasformazione vera e propria che implica non solo un cambiamento tecnologico ma di pensiero, di cultura e di visione.
La digitalizzazione viene spesso contrapposta alle persone, sostenendo che con il suo avvento molti posti di lavoro verranno soppressi.
Quindi, digitalizzazione non fa rima con persone?
Anche se all’apparenza potrebbe apparire così, in realtà le cose stanno diversamente.
La tecnologia e gli strumenti digitali creano opportunità per lavorare in modo diverso, attraverso processi più semplici ma occorre riqualificare le competenze.
Il 90% del successo di un processo di digitalizzazione dipende da quelle che vengono chiamate soft skill.
Seppur le nuove generazioni siano definite “native digitali” la scuola non insegna queste cose.
Abbiamo un sistema scolastico che non insegna ad essere e a far emergere competenze e talenti. Se va bene istruisce che è già una buona cosa ma non basta.
Per questo la Comau ha aperto una Academy dove offre servizi di formazione in parte tecnica e in parte rivolta alla crescita personale.
L’obiettivo è far sì che digitalizzazione e persone possano essere una rima perfetta.
Inoltre, c’è bisogno di un nuovo approccio alla formazione.
C’è bisogno di un metodo veloce, circolare che insegnando, alimenti la curiosità e la passione dei ragazzi.
Solo così si creano i leader del domani: persone capaci e con una visione ampia, in grado di formulare un pensiero proprio e fare collegamenti tra le varie discipline.
Occorre tuttavia considerare che anche il digitale ha dei lati d’ombra.
Abbiamo toccato con mano quanto la tecnologia da sola non è sufficiente a faci vivere sereni.
Gli esseri umani sono animali sociali e il distanziamento, il lavorare a distanza in varie forme più o meno strutturate porta con sé conseguenze che possono avere un impatto non sempre positivo dal punto di vista psicologico e sociale.
La digitalizzazione fa rima con persone se e solo se riconosciamo i limiti della tecnologia e dell’essere umano.
Durante la pandemia sono crollate molte certezze ed è emerso quanto l’essere umano possa fare la differenza, imparando velocemente dall’esperienza, adattandosi ai cambiamenti improvvisi e traslando competenze da contesti differenti per trovare una soluzione ad una situazione mai verificatasi prima.
Bisogna valorizzare dunque la capacità di pensiero e la comprensione profonda del vissuto di ogni essere umano per una trasformazione veritiera ed efficace in grado di armonizzare il processo inarrestabile della digitalizzazione con la dimensione umana.
Per tale ragione lo sviluppo del capitale umano diventa fondamentale.
Nelle aziende cambia profondamente il ruolo di chi da sempre ha gestito le risorse umane in quanto deve facilitare il passaggio verso il digitale valorizzando le capacità delle persone.
Inoltre, deve facilitare l’adattamento e il cambiamento con l’apprendimento circolare per ridurre i tempi e rendere significativa l’esperienza di apprendimento.
In questo modo utilizzando i piccoli successi quotidiani per rinforzare l’esperienza senza drammatizzare gli errori ma incoraggiandone la veloce individuazione e comprensione, facilita il cambiamento culturale necessario a far sì che digitalizzazione faccia rima con persone.
Commenti recenti