Da anni si parla dell’importanza di sviluppare nuove competenze, di svecchiare le competenze, di implementare competenze ma con scarsi risultati.
La formazione è vista spesso come una perdita di tempo e in alcuni casi è veramente così.
Anche per questo io e il mio collega abbiamo scritto un libro dal titolo “La Formazione Circolare”, per ribadire gli errori che ci portiamo dietro sin dalla scuola e che rendono poi lo sviluppo delle competenze inefficace anche in azienda.
Non crescono le competenze e non crescono le persone. In questa condizione è molto difficile sviluppare le aziende.
La crescita è un viaggio con molti più naufraghi che naviganti.
Tutti abbiamo vissuto la sensazione che quel poco che ci è stato insegnato e che ricordiamo si è nel tempo trasformato in un’attitudine che ci aiuta a districarci in un mondo sempre più complesso.
Un mondo dove non è importante quello che sei ma quello che fai.
Tutta la nostra formazione è spinta sul fare, sulle tecniche, sui modelli … ma il fare senza l’essere è una semplice azione di make–up destinata a sparire molto presto.
Non regge nel tempo, non ha struttura.
Da anni ribadisco che non ci può essere una crescita professionale senza una crescita personale (alcuni la definiscono anche crescita spirituale ma non mi voglio spingere a tanto anche se questa definizione potrebbe avere un suo senso).
Le aziende non possono farsi carico di ridurre il gap formativo esistente tra quello che si impara a scuola (quasi nulla) e quello che si dovrebbe saper al lavoro (competenze sempre più elevate in ogni ambito).
Ci vorrebbe troppo tempo, troppe energie e specie in questo periodo, di tempo ne abbiamo poco tutti.
Esiste un modo alternativo?
Per noi di Compagnia della Rinascita si.
È quello che abbiamo cercato di illustrare nel libro “Formazione Circolare”, un modo diverso di vedere la formazione.
Un approccio nuovo allo sviluppo delle competenze in grado di:
- creare una comunità di apprendimento
- sviluppare interesse e curiosità
- ridurre i tempi di apprendimento
- creare momenti di confronto e feedback
- essere interattiva (senza dover ricorrere a strumenti tecnologici che hanno anche i loro effetti collaterali …)
- essere in linea con la nostra neurologia e quindi facilitare l’apprendimento.
Commenti recenti