Articolo di Gianbattista Liazza

Ci eravamo ripromessi di tornare sull’argomento per analizzare cosa cambierà realmente.

L’intento è di cercare di fare un po’ di luce nell’angolo del nostro lavoro: imprese e imprenditori, organizzazioni e capitale umano.

Se, come appare ormai certo, i tre pilastri su cui si manifesterà essenzialmente il cambiamento saranno: innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e capitale umano, proviamo ad immaginare gli scenari.

I luoghi in cui viviamo subiranno un cambiamento

Le abitazione verranno costruite con materiali nuovi, gli spazi saranno completamente ripensati in funzione del lavoro da casa, la demotica è già oggi richiesta e presente in nuovi contesti abitativi.

Immaginiamo così che cambierà tutta la filiera delle costruzioni dall’estrazione dei materiali basilari, al loro confezionamento e installazione.

Sarà un altro modo di costruire case.

Gli studi ingegneristici, le Università, i Centri di ricerca ci stanno già lavorando in tutto il mondo. Questa è innovazione tecnologica, di cui in Italia c’è un gran bisogno.

Ci sarà la riscoperta del legno come materiale utilizzabile su vasta scala in edilizia; rinnovabile, ecologico, confortevole, più del cemento armato.

Il cambiamento porterà a una maggiore vivibilità.

Maggiore rispetto della natura con grandi benefici e maggiore comfort residenziale.

L’urgenza di ridurre le emissioni e questa riscoperta del valore della natura, porterà a modi diversi di coibentare, riscaldare o raffreddare le nostre case.

Il modo di vivere cambierà.

Non più megalopoli ma verranno recuperati i borghi, i piccoli paesi, le comunità più a misura di esseri umani ed ecosostenibili. Oggi il cohousing è già realtà in Italia e in Europa in generale.

Si dovrà “porre mano ai rammendi del territorio” come dice Renzo Piano

Omettiamo di affrontare tutte le innovazioni che cambieranno, in meglio, la nostra vita. Come ad esempio l’uso di fibre tessili vegetali in modo tale da evitare le scintille infilando la maglietta di fibra acrilica.

Come attueremo cambiamenti così profondi e diffusi?

Chi sarà capace velocemente di progettare, realizzare e utilizzare materiali nuovi e così innovativi?

Non ci dimentichiamo del capitale umano che è fondamentale. Un po’ trascurato fino ad ora.

Tutti ne parlano da anni, ma in effetti nulla è cambiato. Solo la dilagante moda di trainer, coach, formatori, consulenti, guru, mezzi santoni, la maggior parte senza arte ne parte o percorso formativo adeguato e all’altezza di un mondo in rapida trasformazione.

Formare è un sogno che ha radici nell’antica Grecia e che negli anni si è addormentato.

Oggi in Italia nessuno forma le persone, al massimo le istruiscono. E senza idee, con una scuola che non aiuta i ragazzi a pensare, un sistema imprese che è rimasto culturalmente indietro, il cambiamento si preannuncia arduo ma nutriamo sempre grande fiducia nell’essere umano.

L’Italia dovrà decider cosa e come fare, gli italiani impegnarsi, le istituzioni, anche quelle professionali, adeguarsi, liberarsi delle corporazioni conservatrici, delle caste, della burocrazia vecchia e inadeguata.

Solo chi saprà rinnovarsi e rinnovare rapidamente i sistemi avrà opportunità di sopravvivenza.

Sarà utile cominciare tracciando una mappa dei problemi per capirli e porvi mano con la necessaria determinazione. ma è dalle scuole, dai sistemi di formazione delle persone che si dovrà iniziare compiendo lo sforzo maggiore: nelle famiglie, nelle istituzioni, nelle imprese … Siamo solo ai blocchi di partenza