Articolo di Sonia Vincenzi
Colgo l’occasione dell’8 marzo, festa che non amo pur essendo donna, per ribellarmi a tutte le notizie che leggo sui post da mesi, sul come la pandemia abbia in qualche modo annullato le diversità di genere e mi chiedo come si possa dire una sciocchezza simile.
Davvero non mi capacito perché non è una questione di leggere e approfondire un minimo l’argomento; il problema è sotto gli occhi di tutti ed è ben visibile.
Lo riscontriamo ogni giorno nella nostra quotidianità, nelle notizie di tutti i giorni sull’aumento del fenomeno noto come “femminicidio”, che ormai non fa neppure più notizia e che registriamo quasi come “normale” quando di normale non c’è proprio nulla.
E’ vero che la pandemia ha ridotto molto il problema della diversità dovuto al fatto che oggi molti lavori vengono svolti da remoto e quindi di fatto le differenze passano in secondo piano, e anche questo è un tema molto interessante di cui ci sarebbe molto da dire, ma sicuramente la pandemia non ha annullato la disparità di genere, anzi…
Dati alla mano, la Commissione Europea ha pubblicato la sua relazione 2021 sulla parità di genere dalla quale emerge chiaramente l’impatto negativo che la pandemia ha avuto sulle donne. Cito testualmente una parte del documento dove si legge: “la pandemia ha esacerbato le disparità esistenti tra uomini e donne in quasi tutti gli ambiti della vita, sia in Europa che nel resto del mondo segnando un arretramento rispetto alle faticose conquiste del passato”.
E ancora … L’Ufficio Studi Confesercenti, rileva un calo dello 0,29% delle imprese guidate da donne, registrando così 4 mila attività in meno rispetto all’anno precedente la pandemia, interrompendo così un trend positivo da anni.
Difficile sostenere che di fronte alla pandemia oggi abbiamo tutti le stesse opportunità. È un po’ retorico dire questo, specie quando la pandemia ha procurato alle donne la perdita di lavoro in numero superiore rispetto agli uomini, (ricordo che il 98% di chi ha perso il lavoro è donna) e oggi, giorno dell’8 marzo le donne si ritrovano ancora una volta da sole a gestire figli in DAD, conciliando famiglia, scuola e quando va bene anche il lavoro.
Di quali pari opportunità stiamo parlando?
Quale azzeramento delle diversità di genere avete visto?
Di fatto credo che in questi anni, tanto si è parlato, sempre con il solito paternalismo di cui ormai noi donne ne abbiamo piene le tasche per non dire altro ma poco si è fatto e la realtà è questa, sempre la stessa con qualche difficoltà in più che si è aggiunta a partire dall’arrivo del Covid-19.
Quello che vedo, specie negli ultimi tre anni è però un cambiamento nelle donne che sicuramente sono diventate più consapevoli del loro valore, della loro forza e delle loro capacità ma la strada è ancora lunga da percorrere. Si tratta di un percorso, di un cambio di cultura che non può essere solo al femminile ma che deve unire il femminile e il maschile in modo armonico, rispettoso e a pari livello.
Per questo riteniamo che il nuovo concetto di Leadership debba essere rivoluzionario e uso questo termine appositamente. Fare la rivoluzione è qualcosa che scardina totalmente il “si è sempre fatto così, “è normale così”; è qualcosa che deve ribaltare una cultura ormai vecchia, ottusa e cieca che stenta a trasformarsi in qualcosa di positivo, di accettabile in una società evoluta. È qualcosa di più di una semplice pomata o di una rinnovata in superficie. Fare la rivoluzione è stravolgere un sistema, una cultura che non regge più.
La COMPAGNIA DELLA RINASCITA si impegna a diffondere una cultura diversa, pur senza avere la pretesa di cambiare il mondo da sola, ma con la convinzione che le persone hanno il potere di “infettare” il contesto in cui vivono e diffondere una cultura del cambiamento che passi dal loro stesso cambiamento.
A presto sarà disponibile online un percorso di 8 incontri sulla leadership rivoluzionaria, dal titolo ILLUMINATI!, vedi chiaro, apri la mente e rinnovati.
Il corso è rivolto a tutte le persone che desiderano esplorare un nuovo modo di essere imprenditore, manager, compagno, compagna, madre, padre, marito o moglie, perché la leadership è un modo di essere non di fare.
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