Articolo di Sonia Vincenzi
Mai come in questo momento è importante per le PMI, fare un’analisi dei rischi, comprendere opportunità e minacce e farsi aiutare nell’individuazione e nella messa in atto di tutta una serie di cambiamenti “culturali” necessari per renderle più efficienti, flessibili e pronte ad affrontare le future sfide che non saranno così semplici.
Si tratta di fornire un supporto mirato a valutare meglio la strategia di una ripresa strutturata, per rispondere reattivamente a un mercato erratico come quello contingente e anche noi consulenti dobbiamo imparare ad avere un approccio diverso, più ravvicinato, “scendere” dal piedistallo, “sporcarsi le mani” e, con calibrato buonsenso, supportare in modo agile e le PMI e le parti più esposte della loro filiera per far ripartire il Paese.
I rischi, fino ad oggi, sono stati affrontati dalla maggior parte delle imprese con leggerezza ed ora si ritrovano a fare i conti con la mancata gestione del rischio e della continuità operativa.
Inoltre, negli ultimi anni, sotto il peso delle congiunture economiche sfavorevoli, le imprese hanno eletto il “risparmio” alla base della gestione delle loro entità produttive. Era considerato un eccellente manager o dirigente colui che risparmiava tout-court e non colui che rendeva più efficiente l’organizzazione evitando gli sprechi ed “efficientando”, pur garantendo che il suo operare rispondesse a principi etici, ben consapevole del fatto che, a ogni azione, corrisponde una reazione, soprattutto in un mondo globalizzato che si fonda sulle interconnessioni.
Ora, la realtà ha posto in modo particolare le PMI di fronte a qualcosa di più vasto e inatteso cogliendole di sorpresa: piani di emergenza scarsi o inesistenti, strutture inadeguate, materiali di scorta assenti, competenze obsolete, capitale umano non valorizzato, sovrastrutture inutili, mancato controllo di gestione, formazione assente, individualismo portato all’estremo sono solo alcuni degli elementi che pongono le PMI in serio pericolo .
È necessario un cambio di paradigma, recuperando l’etica in modo tale da renderci consapevoli di quale sia il vero bene e quali siano i mezzi atti a conseguirlo; quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri. Una centralità della persona e dell’ambiente in cui viviamo. La politica e le imprese devono imparare ora a rispettare questi fattori fondamentali e imprescindibili, pena l’autodistruzione.
Etica è osservare e valutare continuamente il mondo che ci circonda come singoli e come gruppo umano; cercare di identificare le minacce che incombono, misurare le nostre vulnerabilità, rispetto alle minacce e provvedere, per tempo, con azioni di mitigazione che devono essere attuate anche quando sembrano inutili e soprattutto dispendiose.
È etico preparare in anticipo i piani per la gestione dei rischi, senza dimenticare quelli della continuità operativa che garantiscono la ripresa di tutte le attività dopo un evento critico. Tutto questo costa, ovviamente, ma certamente meno di quanto costi un intervento di rimedio attivato sotto la pressione dell’urgenza.
La Compagnia della Rinascita, offre in tal senso un primo supporto gratuito, proprio per comprendere le reali esigenze dell’azienda cliente.
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