Articolo di Sonia Vincenzi

C’è ancora tanta confusione tra Smart Working e telelavoro. 

Per capire bene, la maggior parte di quello che siamo stati (un po’ tutti) costretti a fare durante il lockdown, è semplice telelavoro.

Vorrei dunque fare chiarezza tra i due termini perché sono di fatto due modalità di lavoro molto diverse tra loro.

Intanto lo Smart Working è l’attività lavorativa inquadrata nella Legge 81/2017 a differenza del telelavoro.

Il trasferimento a casa di alcune attività svolte in ufficio, con basso livello di produttività, carenza di controllo, sicurezza e qualità rispetto ad attività in sede e soprattutto in autonomia, si chiama telelavoro.

Lo Smart Working ha caratteristiche molto diverse. 

Il concetto di Smart Working tende a superare il concetto di lavoro a distanza per divenire l’elemento qualificante di gran parte delle attività, siano esse svolte a distanza in sedi separate, in mobilità (lavoro nomade) o anche in specifici ambiti aziendali o in strutture flessibili di coworking.

Il posto di lavoro smart diviene il computer, lo smartphone, la piattaforma dati a cui accede ed utilizza lo smart worker, ovunque si trovi. L’elemento determinante è la possibilità di accesso dello smart worker alla piattaforma dati e a tutte le informazioni aziendali che consentono di gestire la propria attività in autonomia in qualsiasi spazio o tempo e compartecipare con team e responsabili di progetto in real time in un dialogo continuo.

Il lavoro smart richiede di integrare strettamente l’attività con un processo di apprendimento e aggiornamento continuo sia delle specifiche mansioni professionali che di conoscenze generali interdisciplinari, oltre che di un aggiornamento continuo di competenze digitali, che costituiscono la base determinante di qualsiasi attività e di tutte le strutture organizzative. Cioè può consentire un maggiore controllo personale del proprio tempo e anche un migliore rapporto tra lavoro e vita privata, puntando, in forme diverse, ad arricchire di relazioni e di valori umani la propria attività.

Lo sviluppo dello Smart Working, che può portare vantaggi molto importanti in termini economici e di impatto ambientale, è legato alla capacità di poter investire in modo costante e significativo in formazione e apprendimento continuo al fine di costruire e adeguare continuamente le competenze dinamiche, necessarie a tutti i livelli. Si parla di competenze sia tecnologiche che di soft skill, cioè conoscenze interdisciplinari ad ampio raggio, human skills e consapevolezza, che sono la base per costruire opportunità di lavoro smart, responsabile, partecipativo e creativo.

In Italia, le PMI sono ancora molto lontane, culturalmente parlando, dalle logiche di uno Smart Working efficace ma la strada ormai è tracciata quindi chi si organizzerà prima per poter sfruttare questa opportunità certamente avrà enormi vantaggi.

Se vuoi sapere di più sul come fare, scrivimi senza impegno al seguente indirizzo email: soniavincenzi@compagniadellarinascita.com.