Articolo di Sonia Vincenzi
I cambiamenti che ci hanno visti protagonisti in questo anno molto particolare, stanno rivoluzionando il concetto di Leadership e di organizzazione.
Per capire in che modo dovremmo prendere in seria considerazione la generazione dei Millennials e la Z generation, ovvero le generazioni che saranno a capo delle aziende nei prossimi anni.
Anche se molti di loro non hanno ancora una chiara visione del loro futuro professionale, una cosa però è certa: rifiutano le pratiche della leadership così come l’abbiamo sempre vista esercitare e talvolta anche insegnata. Inoltre, le organizzazioni, se già non l’hanno fatto, saranno costrette a ripensare e rimodellare la struttura della governance, se vogliono sopravvivere.
Altro che consulenza fatta di modelli e percorsi strutturati… qui c’è un mondo nuovo che ci aspetta, dove tutto quello che è stato fatto, predicato, proposto nelle aziende sino a questo momento è letteralmente da buttare nel cassonetto.
Volenti o nolenti questo anno ci ha cambiati, ha cambiato e costringerà sempre di più le imprese a cambiare. Quindi per poter veramente essere d’aiuto alle aziende serve umiltà, competenza, visione, creatività e innovazione.
Altro che piattaforme digitali … la formazione digitale non è una novità. Esisteva anche prima del Covid-19, era solo meno praticata perché non se ne avvertiva l’esigenza.
La novità non sta nella tecnologia (che tra l’altro possono avere tutti) ma nei contenuti. Contenuti vecchi trasmessi con una tecnologia nuova non significa essere innovatori, forse ingenui o stolti ma sicuramente non innovatori.
Quindi anche la mia categoria avrà molto da imparare e l’umiltà sarà la prima cosa.
Ma tornando al concetto di leadership, i meccanismi gerarchici troppo coercitivi già ora non funzionano più. I giovani sembrano prediligere leader che li aiutano ad apprendere, crescere, trovare la loro realizzazione in ciò che fanno … e credo non solo i giovani … I leader del futuro dovranno sempre più acquisire competenze trasversali ed entrare maggiormente in un ruolo più simile al mentore, al facilitatore, all’influencer, per usare un termine oggi molto di moda.
Dai leader ci si aspetta che forniscano consulenza, supporto ma soprattutto incoraggiamento, il tutto finalizzato al miglioramento e alle gratificazioni personali e professionali.
D’altra parte, non può essere che così, la funzione del leader sarà sempre più di mediazione delicata e responsabile. Non è tanto il potere che deve guidare l’azione del leader né il fatto che abbia maggiori conoscenze (spesso è vero il contrario) ma che sappia armonizzare nel modo migliore le risorse umane che ha a disposizione, nel rispetto delle diversità che contraddistinguono ogni essere umano, che sia in grado di creare il clima giusto nel quale la squadra possa lavorare bene, fornire indicazioni e mettere a disposizione risorse per aiutare ogni membro ad avere successo, a sentirsi apprezzato e supportato nel suo percorso di crescita e sviluppo professionale, senza lasciare indietro nessuno.
Quante sono le aziende dove la leadership viene interpretata in questo modo?
Ancora troppo poche purtroppo ma su questo piano si gioca ora la sopravvivenza delle imprese in un futuro non molto lontano. Per cui è importante capire dove si è ora per gestire al meglio la propria organizzazione e trovare il proprio personale stile di leadership. In questo la Compagnia della Rinascita può essere un valido aiuto.